La storia dell’internamento psichiatrico e della deistituzionalizzazione è anche una storia di relazioni tra memorie, narrazioni, oggetti, luoghi geografici e spazi architettonici. Lo sviluppo del sistema manicomiale ha punteggiato il territorio nazionale di strutture che si configurano, più che come semplici edifici, come “città-altre” inserite entro gli spazi circostanti secondo rapporti peculiari e spesso ambivalenti. Il loro superamento ha successivamente generato la città della deistituzionalizzazione, fatta di ambienti interni ed esterni agli ospedali psichiatrici, ramificata in una nuova geografia umana di esperienze sociali, di vissuti individuali e di progetti collettivi, che si succedono, si alternano e si sovrappongono nell’arco di oltre mezzo secolo.
Grazie ai numerosi sguardi interdisciplinari e al censimento degli oggetti culturali (anzitutto narrazioni, memorie, luoghi) che questo cambiamento ha prodotto, il volume si presenta come un atlante culturale del superamento dei manicomi italiani. Esso prende in esame, nei vari contributi, un repertorio amplissimo di tali oggetti: dalle documentazioni filmiche e fotografiche alle testimonianze orali, dagli archivi e dagli studi progettuali alle fiction, dai romanzi ai film, dai ricordi e dai documenti biografici e autobiografici alle pagine dei periodici.
Attraversare questo patrimonio di testimonianze e di rappresentazioni ha una importanza cruciale per ricostruire la fisionomia storico-culturale dei luoghi manicomiali e post-manicomiali.