Il testo di Claudio Orsi si muove dentro un concerto; è un racconto musicale, ci costringe a entrare in una selva scintillante di suoni nitidi di una trasparenza che a me, per luminosità, per brivido, per ghiaccio ormai cilestrino ricorda febbraio, da me amatissimo… 1965, 1966 poi la Bussola, il sessantotto, il beat e una resistenza che parrebbe rendere difficile la normalizzazione di una generazione dominata dal febbrile cambiamento e animata dal ricordo di una lotta che non teme artrosi o freni. E invece difficile non è provare a cambiare il mondo, ma è trovare il modo di radicare il progetto rivoluzionario nella cultura, nella trasformazione di noi stessi, nella volontà di rendere impossibile riflusso e restaurazione, di evitare la rilassatezza.
Claudio Orsi (Lucca 1949) è il nonno di Zeno e Tobia. Tra i suoi libri: «Mastice» - ETS 1996; «Senza Parole» - CGIL 2006; «Il Futuro Rinnovabile» - ALERR 2006; «Chicco di Naso» - Aletti 2016, romanzo vincitore del Premio Letterario Salvatore Quasimodo 2017 e ristampato nel 2021 da Tralerighe Libri; «La lapide di Rosa» - Lucca 2021, ristampato nel 2025; «Quando nascemmo noi. Per una storia dell’A.N.P.I. di Lucca» - Tipolito2000 edizioni 2025. Come musicista fa parte della “MAD SAM rock band” e in questi cinque racconti ripercorre la sua attività di batterista autodidatta: dai primi rudimenti del 1965, con il valzer dedicato alla nonna, al 31 dicembre del ’68 davanti alla “Bussola” delle Focette; da una incursione nel Beat dell’amico scrittore Enzo Guidi, alla esperienza fallimentare di una spedizione in Sicilia per incidere un disco, per giungere infine alla “vergogna” dei giorni nostri che lo vedono continuare a suonare la batteria nei pub, alla veneranda età dei suoi 76 anni.