La Genova che nel 1797 si emancipa dal giogo del secolare governo oligarchico è una repubblica stretta dalla crisi economica, lacerata da divisioni ideologiche, sottoposta alle pressioni delle potenze straniere che condizionano il dibattito interno. Un contesto drammatico, eppure non privo di grandi speranze, nel quale il confronto culturale assume una rilevanza di inedita portata: le testate giornalistiche si moltiplicano, l’attività teatrale è intensa, quella editoriale di notevole spessore: traduzioni, pamphlet, raccolte poetiche escono in questi mesi dai torchi genovesi in numero davvero cospicuo. Quando, a partire dal 1799, la Repubblica subirà l’assedio delle forze austro-russe, tra i difensori della Genova “democratica” ci saranno anche non pochi letterati, alcuni dei quali – il più noto è certamente Ugo Foscolo – da tempo organicamente legati all’esercito cisalpino. Gli interventi qui raccolti, che ricostruiscono questo complicato contesto, sono dedicati a Stefano Verdino, che ha indagato con finezza anche le vicende letterarie della sua Liguria.