Elvia e Pierre si incontrano, per caso, durante la visita di una retrospettiva di Maurice Denis al Musée d’Orsay a Parigi. Pierre intuisce che la donna ha una accesa sensibilità artistica. Desidera rivederla e perciò, al momento di congedarsi, le propone un nuovo incontro. Elvia non promette. Dopo alcune settimane, ritorna a Parigi, è curiosa, vince la diffidenza e si reca al luogo dell’appuntamento a due passi dal Louvre. Pierre arriva e la invita a pranzo. La donna dissimula un’angoscia profonda che a Pierre non sfugge. Altri eventi artistici parigini offrono loro l’opportunità di incontrarsi di nuovo. Elvia si innamora di Pierre, ma non esprime il suo sentimento, perché Pierre le sembra enigmatico, restio a parlare di sé. Le loro vite prendono strade diverse. Il destino li farà incontrare dopo parecchi anni e Pierre scoprirà che Elvia ha un suo segreto.
Maria Grazia Bajoni è dottore di ricerca in storia romana dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e ha insegnato lingua latina all’Università Cattolica di Milano. Per il saggio Les grammairiens lascifs. La grammaire à la fin de l’Empire romain (Paris 2008) ha ottenuto, nel 2018, il primo premio ex aequo per la saggistica e il giornalismo al Premio «Marcel Proust». È tuttora impegnata nella ricerca storico-filologica. Presso le Edizioni ETS ha pubblicato Il pane bianco (2007), La bambina che era (2020), Racconti dell’io lontano (2022), le raccolte di poesie Il giorno della Candelora (2021), Composizioni (2023) e i testi teatrali Tadmor (2016) e Trasmigranti (2019). Ha vinto primi premi, segnalazioni e menzioni in diversi concorsi letterari in Italia.