Père Lachaise (2003) porta in scena vivi in difficoltà e morti in pena. Cundo e sua sorella Carlota raggiungono dalla Spagna l’emblematico cimitero parigino alla ricerca della tomba del loro bisnonno, caduto in Francia combattendo contro i nazisti. Da quel luogo carico di fascino ripartiranno profondamente trasformati. Le vicissitudini dei bisnipoti si presentano come un viaggio iniziatico e la loro esperienza, in modo affine a quella delle inquiete presenze fantasmatiche che li circondano, si configura come l’uscita da un labirinto simbolico. Attraverso uno dei personaggi della pièce, lo spirito di Isadora Duncan, Itziar Pascual ricorre alla danza come metafora, al contempo, di pacificazione, di pulsione di vita e della capacità dell’arte di trascendere le frontiere e curare le ferite. La drammaturga aggiunge, così, una tessera personale al mosaico del Teatro della memoria storica, quasi incoraggiando l’accettazione e il superamento del passato attraverso la sua conoscenza e la conoscenza di sé, senza smettere, tuttavia, di evocare il sacrificio degli spagnoli che lottarono per gli ideali democratici anche fuori dai confini del loro Paese, pagando spesso un prezzo altissimo. Il loro ricordo continua a chiamare in causa l’Europa tutta.
Itziar Pascual Ortiz (Madrid, 1967), giornalista, studiosa, drammaturga e docente della Real Escuela Superior de Arte Dramático di Madrid, ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Nacional delle Arti Sceniche per l’Infanzia e la Gioventù nel 2019, il XVI Premio di Teatro Infantile 2015 della Sociedad General de Autores y Editores e il Max 2025 al miglior autore. Assai attiva nella rivendicazione femminista, ha firmato alcuni saggi significativi e decine di testi teatrali, tra i quali spiccano: Las voces de Penélope, Père Lachaise, Varadas, Pared, Variaciones sobre Rosa Parks ed Eudy. Ha inoltre composto in collaborazione, tra gli altri testi, Moje holka, moje holka e Lorca, Vicenta.
Enrico Di Pastena insegna Letteratura Spagnola all’Università di Pisa. Ha realizzato edizioni critiche di testi teatrali secenteschi e studi sul romanzo tardo-ottocentesco e sul teatro moderno e contemporaneo. Tra le sue traduzioni, La Presidentessa di Leopoldo Alas “Clarín”, La casa di Bernarda Alba di Federico García Lorca e Teatro sulla Shoah di Juan Mayorga.