Libro vincitore del Premio Leonardo Amoroso 2024
L’opera labirintica di Kierkegaard sfida chi la attraversa, costringendolo a perdersi tra sentieri che si biforcano, interrogativi che si moltiplicano e verità che si rovesciano in paradossi. La sua voce, disseminata in maschere e pseudonimi, apre un campo di tensione mai pacificato tra fede e ragione, individuo e comunità, amore e politica. È in questo «nodo dialettico » che prende forma una riflessione capace di parlare al presente, sfidando quella tradizione che lo voleva pensatore reazionario o antipolitico, e di aprirsi al dialogo con autrici e autori contemporanei sul tema della soggettività, dell’identità e delle forme del vivere comune. Nel confronto con Adorno, Heidegger, Schmitt, Nancy e Vattimo, il pensiero kierkegaardiano disegna la figura di un soggetto frantumato e spezzato, radicalmente espropriato della propria identità ed esposto all’alterità. In questa figura kenotica di soggettività si compie il gesto politico più profondo della sua opera.
Emily Martone (Pescia, 1991) è dottoressa di ricerca in Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha svolto soggiorni di ricerca presso il Søren Kierkegaard Research Center (Copenaghen) e la Hong Kierkegaard Library (Northfield, MN). I suoi interessi riguardano la filosofia contemporanea, in particolare l’ermeneutica e la teologia politica, con attenzione al pensiero di Kierkegaard e alla tradizione post-hegeliana. Tra le sue pubblicazioni, Il soggetto kenotico. Dialogo filosofico tra Gianni Vattimo e Søren Kierkegaard; Aisthesis e fenomenologia dell’amore: Søren Kierkegaard e Jean-Luc Marion; La figura polemica del martire kierkegaardiano: testimonianza di un amore inoperoso.