La Chronikè Diéghesis, o Narrazione Cronologica, di Niceta Coniata è una delle più preziose fonti relative alla storia dell’Impero bizantino nel XII secolo e alla disfatta di quest’ultimo nel 1204 per opera dei soldati della IV Crociata. Storico e uomo politico del proprio tempo, Niceta osserva, attraversa, vive e, soprattutto, racconta quel mondo in crisi destinato alla caduta, ma non si limita a questo. Contestualmente il Coniata sviluppa, in parallelo alla descrizione del continuum evenemenziale, una narrazione – forse, addirittura, una narrazione strategica – alla quale è demandata una puntuale, acuta e talvolta caustica analisi politologica che, pur non arrivando ad assumere le fattezze di un pensiero politico compiuto e sistematico, si sofferma su tre grandi idee proprie di quest’ultimo: quella di potere monocratico, quella di ordine e quella di sicurezza. Gli elementi di questa triade, profondamente intrecciati tra loro nella Bisanzio del XII secolo, vengono via via presentati al lettore tanto nelle proprie manifestazioni contingenti, quanto nella propria dimensione teorica, in un talvolta impietoso alternarsi di essere e dover essere che, nelle pieghe del racconto delle vicende dell’impero, di quest’ultimo mette in evidenza difficoltà, debolezze strutturali e pericolose – e assai spesso non senza conseguenze – problematiche sociali e istituzionali. All’ombra del trono e delle trame che attorno a esso si tessono, in un contesto sociopolitico variegato e complesso tanto dal punto di vista del singolo individuo quanto da quello delle collettività coinvolte, in un momento di complicate relazioni con il mondo esterno, potere monocratico, ordine e sicurezza, progressivamente e inesorabilmente scivolano verso un deterioramento che darà poi plastica ed evidente manifestazione di sé nel momento della caduta. Testimone e suo malgrado protagonista – ancorché non sempre di primo piano – di questa situazione, Niceta ne coglie sia la dimensione storica, che racconta, sia quella teorica, che, alla luce di alcune categorie tradizionali del pensiero politico, rielabora e fa propria, restituendo al lettore un originale e profondo contributo analitico sul politico nell’Impero bizantino del XII secolo.
Andrea Catanzaro è professore associato di Storia del Pensiero Politico presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali (DISPI) dell’Università di Genova, ateneo nel quale insegna Teorie Politiche e Stato e il modulo dal titolo War and Peace: the Origin of a Political Concept. I suoi interessi di ricerca vertono sul pensiero politico antico e sulla sua ricezione nell’Età Moderna. Tra le sue pubblicazioni, Politics Through the Iliad and the Odyssey: Hobbes writes Homer (Routledge, 2019), l’Attore e il regista. L’uomo politico nei Moralia di Plutarco (CET, 2009), Paradigmi Politici nell’epica omerica (CET, 2008) e, con Fabrizio Coticchia, Al di là dell’arcobaleno: i movimenti pacifisti italiani tra ideologie e contro-narrazioni strategiche (Vita e Pensiero, 2018).