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Home Le Collane MOUSAI. Laboratorio di archeologia e storia delle arti (26) 9788846759610
Libro cartaceo
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Il Velabro. Vecchi scavi e nuove letture

Dallo scavo presso il c.d. equus Domitiani alle indagini nell'area sacra di S. Omobono

Autore/i: Dunia Filippi

Collana: MOUSAI. Laboratorio di archeologia e storia delle arti (26)

Pagine: 168
Formato: cm.21x27
Anno: 2021
ISBN: 9788846759610

Stato: Disponibile
  • Descrizione

Questo volume fa parte di una ricerca che rovescia la prospettiva degli studi sul Velabro – la valle tra Palatino e Campidoglio, aperta verso il Tevere –, partendo dall’esistenza di uno spazio unitario, la vallata, e ricostruendo il processo di zonizzazione avviato con la nascita della città che ha portato alla suddivisione di quello spazio. Di questa ricerca ne costituisce la premessa, analizzando i pochi scavi stratigrafici realizzati nel Velabro. Questi interventi, realizzati nel secolo scorso, sono stati editi in modo preliminare e/o parziale. È stato necessario dunque curare una edizione dei medesimi secondo la moderna metodologia stratigrafica. Si tratta di scavi fondamentali. Cuore del volume è il saggio Boni-Gjerstad al cd. equus Domitiani, nel Foro Romano, realizzato al centro della parte settentrionale della vallata, unico scavo nel quale sia stata documentata l’intera sequenza stratigrafica dal terreno natuarale fino all’età imperiale. Pertinente alla spalla della vallata verso il Palatino è invece lo scavo Gjerstad Gamberini-Mongenet al tempio di Cesare, mentre si ritorna verso il centro della vallata con lo scavo Carettoni-Fabbrini alla Basilica Gliulia, e nella parte limitrofa verso il Tevere con lo scavo dell’area sacra di S. Omobono. Questi scavi sono messi in fase e si propone una nuova interpretazione della sequenza, corredata da documenti in molti casi inediti, punto di partenza per avviare un nuovo sguardo sul Velabro.

Dunia Filippi è ricercatrice affiliata alla Faculty of Classics, University of Cambridge (UK), dove è stata Advanced Marie Curie Research Fellow. Con una profonda conoscenza di prima mano dei paesaggi urbani dell’antica Roma, la sua ricerca socialmente caratterizzata in ambito archeologico e topografico è riconosciuta a livello internazionale. È stata per venti anni responsabile sul campo dello scavo del Santuario di Vesta, alle pendici del Palatino (Roma), un deposito archeologico compreso tra il XIV sec. a.C. e il XVI d.C., studiandone inoltre sia il contesto topografico – partendo dallo studio della geomorfologia – che alcuni monumenti, quali la domus Regia poi domus regis sacrorum (A. Carandini, P. Carafa, M.T. D’Alessio, D. Filippi, a cura di, Santuario di Vesta, pendici del Palatino e Sacra via, 2017). Tra i suoi lavori si annovera l’analisi e ricostruzione del paesaggio antropico della VIII regione augustea ‘Forum Romanum Magnum’, dalle prime evidenze archeologiche sino al VI sec. d.C., per l’Atlante di Roma antica, edito da Andrea Carandini con Paolo Carafa (20172). Negli ultimi anni la sua ricerca si è rivolta a stimolare una riflessione sulla necessità di trovare nuovi paradigmi per lo studio dello spazio urbano romano (D. Filippi, a cura di, The Spatial Turn and the Archaeology of Roman Italy. New Perspectives in the Study of Urban Space, Studies in Roman Space and Urbanism Series, Routledge, in corso di stampa).