In uno scritto giovanile l’allora dadaista Maria Cardini (1890-1978), sotto il nome di Maria d’Arezzo, definì il suo spirito “lucido ironico gioioso comprensivo egocentrico irradiatore”. Abbandonò presto la letteratura per la filosofia e la scienza greca. Nel dopoguerra seguì anche l’impegno politico di base, a sinistra. E un segno forte lasciò a Pisa la sua battaglia per gli asili d’infanzia laici. Vissuta a fianco di Sebastiano Timpanaro sr, fisico e storico della scienza, finissimo raccoglitore di una importante collezione di disegni e stampe donata all’Università di Pisa, a fianco del figlio Sebastiano jr, uno dei protagonisti più vivaci e duraturi della cultura italiana del secondo Novecento, compone con loro una triade irripetibile. Ai poderosi saggi di
filologia e di impegno civile qui raccolti è premesso un ritratto di Maria, canto del cigno del grande figlio.