Nel saggio si ricostruiscono le tappe di una storia appartenente a dei familiari dell’autrice, Giacomo Sacerdote, sua moglie Enrica Giuili e Sergio, fratello di Enrica, che si svolse tra Genova, la città dove vivevano, da cui decisero di fuggire a causa dell’inasprirsi della persecuzione antiebraica, ed i luoghi della deportazione dove i tre giovani trovarono la morte. Con ritmo sostenuto ed incalzante, l’autrice presenta in brevi capitoli le terribili giornate vissute da Enrica, appena ventenne, da Sergio, diciannovenne, e da Giacomo, coetaneo di Enrica: dalla fuga verso la Svizzera, nella speranza di costruirsi un futuro lontano dalla persecuzione, all’arresto, il 10 dicembre 1943, all’internamento nel campo di Chiavari, dove rimasero fino al 21 gennaio 1944, al successivo trasferimento nel carcere di San Vittore, fino alla deportazione il 30 Gennaio 1944, con partenza dal binario 5 della Stazione centrale di Milano.
Maria Cristina Coppini è nata a Pisa nel 1958. Si è laureata in Filosofia presso l’Università degli studi di Pisa dove risiede. Svolge attualmente l’attività di insegnante. Ha pubblicato la sua prima raccolta di versi Viaggio nelle emozioni nel 2010 edita da Aletti e due successive raccolte nel 2020 e 2021, Il filo d’Arianna e La voce di Auschwitz. Nel 2011 ha pubblicato una sua biografia Lettere a un’amica e nel 2021 un libro di racconti per l’infanzia Nonna, raccontami. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia tra cui il Federiciano, il Premio internazionale Astrolabio, il Premio di poesia nazionale Anna Maria Figoni di Tarsogno, Parma, il Premio Maria Virginia Fabroni indetto dal Comune di Tredozio, Forlì, arrivando in finale con due primi premi e segnalazioni di merito e premi speciali della giuria. Alcune delle sue poesie sono pubblicate su antologie poetiche edite da Aletti, da Ibiskos-Ulivieri e dalla Fondazione Mario Luzi.