Nel 1852, per la ricorrenza del quarto anniversario di Curtatone e Montanara, un giovanissimo Alessandro D'Ancona, con l'aiuto dell'esule napoletano Mariano D'Ayala e di Niccolò Carlo Mariscotti, volle perpetuare la memoria dei volontari toscani che con tanto entusiasmo erano corsi a combattere e a morire sui campi lombardi per la causa dell'indipendenza italiana. L'operazione, ideata in piena seconda restaurazione, quando ancora perdurava l'occupazione austriaca di Firenze, assunse il significato di un'aperta sfida alla politica repressiva dell'ultimo periodo granducale.
Oltre ad un primo ed approssimativo registro dei militi partiti, morti e feriti, si volle impreziosire l'opuscolo con un album finale di 23 ritratti incisi di altrettanti caduti sul campo di battaglia, nelle prigioni austriache o in seguito alle ferite riportate il 29 maggio 1848 a Curtatone e a Montanara. Nacque così quel libro dei visacci (come lo definì scherzando Celestino Bianchi, editore del volumetto), che in verità è il risultato di una straordinaria collaborazione fra patrioti, artisti e giornalisti fiorentini di metà Ottocento che si ritrovavano al Caffè Michelangelo ed erano tutti accomunati da una sincera ammirazione verso quei martiri che avevano sacrificato la loro giovane esistenza per ideali patriottici largamente condivisi.
Danilo Barsanti, docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, si interessa da tempo delle trasformazioni del territorio, delle istituzioni politiche, dei ceti dirigenti e dell'università nella Toscana dei secoli XVI-XIX. È autore di numerosi saggi, fra cui ricordiamo i libri Castiglione della Pescaia, La "guerra delle acque", Le commende dell'Ordine di Santo Stefano, L'università di Pisa, Pisa nel Risorgimento, I Toscanelli, Alessandro Manetti, Il diario di Alamanno Agostini, Silvestro Centofanti, ecc.