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Sonnino, Guicciardini e la politica estera italiana (1899-1906)

Sonnino, Guicciardini e la politica estera italiana (1899-1906)

Autore/i: Rolando Nieri

Collana: fuori collana

Pagine: 220
Formato: cm.17x24
Anno: 2005
ISBN: 88-467-1314-1

Stato: Disponibile
  • Descrizione

Questo studio vuole essere soltanto un itinerario all’interno dell’orientamento dei due eminenti politici dell’opposizione costituzionale, sui problemi della politica estera. Anche se si fa riferimento al governo, di breve durata, del 1906, presieduto da Sonnino con Guicciardini agli Esteri, non rientra negli obbiettivi perseguiti la trattazione della gestione, da parte loro, della politica estera, nel senso più esteso e completo che il termine può indicare, secondo un criterio rigoroso e formale ed un’ottica disciplinare di storia delle relazioni internazionali.
Si è partiti, invece, da un modo d’intendere il nesso politica interna-politica estera, per mettere in evidenza una elaborazione di politica internazionale che, almeno in prospettiva, doveva essere alternativa a quella di tipo giolittiano, a cominciare proprio dal rilievo maggiore dato ad essa, in particolare nella concezione di Sonnino, e che trovava la sua matrice e il suo fondamento, come anche per la politica interna, nel concetto di “sistema di governo”. Con questa espressione, come precisiamo inizialmente, si deve intendere un modo di governo, alternativo a quello di tipo parlamentaristico e trasformistico, suscettibile di conferire una impronta diversa anche, appunto, alla politica estera. Tale elemento acquista particolare rilevanza se si tiene conto che siamo in pieno periodo imperialistico, con la connessa esigenza di assicurare una coesione maggiore alla compagine nazionale, di quella che il modo imperante di conduzione della cosa pubblica poteva permettere. Il rapporto liberalismo-imperialismo può trovare in Sonnino, non solo per questa ragione, opportuna occasione di riflessione sui suoi contenuti.
La scelta del termine a quo ha poi, in questo ambito di considerazioni, notevole significato perché, per quanto riguarda il versante interno, proprio a partire dalla crisi di fine secolo si dimostra insanabile quella frattura fra i liberali, il cui superamento sarebbe stato invece una condizione di maggiore solidità dell’apparato statale.