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Home Le Collane fuori collana 9788846744852
Libro cartaceo
€ 28,00

I segni della guerra

Pisa 1915-1918: cittą e territorio nel primo conflitto mondiale


A cura di: Antonio Gibelli , Gian Luca Fruci , Carlo Stiaccini

Collana: fuori collana

Pagine: 238, Ill.
Formato: cm.21x26
Anno: 2016
ISBN: 9788846744852

Stato: Disponibile
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A cento anni dalla sua esplosione, la prima guerra mondiale si staglia ancora nella memoria come un evento a noi contemporaneo, autentico spartiacque del nostro tempo. Fu una spaventosa catastrofe che cambiò il volto dell’Europa e del mondo.
Nella guerra furono coinvolti paesi dei cinque continenti, centinaia di milioni di uomini e donne, combattenti e civili, adulti e bambini. Essa fu combattuta nelle trincee e nelle fabbriche, nei campi di internamento e di prigionia, nelle campagne e nelle città, nelle redazioni dei giornali e negli studi cinematografici, negli ospedali e nei manicomi. Fu la prima guerra globale e totale.
Questo volume riprende – con l’aggiunta di saggi di approfondimento – il percorso della mostra allestita a Palazzo Blu nel 2015. Testi e immagini raccontano la guerra a partire dai segni che essa impresse su Pisa e il suo territorio, la sua popolazione, le sue istituzioni: il dibattito e gli scontri di piazza su neutralità o intervento, il ruolo dell’Università, del Comune e della Diocesi, la mobilitazione militare e civile, l’esperienza del fronte e della prigionia compiuta dai cittadini arruolati, lo sviluppo dei campi di volo, l’afflusso di feriti e mutilati, l’accoglienza dei profughi, la propaganda e la vita quotidiana, il computo delle vittime e la celebrazione del lutto.


La guerra alla quale non volevamo credere adesso è scoppiata […]
Non solo è la più cruenta e disastrosa di tutte le guerre sperimentate fin qui, a causa della micidiale perfezione raggiunta dalle armi sia offensive che difensive; ma è almeno altrettanto crudele, accanita e spietata di ogni altra precedente. Essa oltrepassa ogni limitazione a cui ci si obbliga in tempo di pace: quelle limitazioni che sono andate sotto il nome di diritto delle genti; non riconosce le prerogative del ferito e del medico, né fa distinzioni tra popolazione pacifica e popolazione in armi, e nega il diritto di proprietà privata. Abbatte, con furore cieco, tutto quanto trova sul suo cammino, come se dopo di essa non dovesse più esservi né futuro né pace tra gli uomini.
Sigmund Freud,Considerazioni attuali sulla guerra e la morte,1915.