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Libro cartaceo
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Morire da donna

Ritratti esemplari di bonae feminae nella laudatio funebris romana

Autore/i: Cristina Pepe

Collana: Testi e studi di cultura classica (63)

Pagine: 242
Formato: cm.17x24
Anno: 2015
ISBN: 9788846743947

Stato: Disponibile
  • Descrizione

La convinzione, radicata nella mentalità romana, che la donna dovesse condurre una vita appartata all’ombra dell’uomo e che il suo nome dovesse rimanere chiuso tra le mura del focolare domestico, subiva un vero e proprio rovesciamento nel momento della morte. Il funerale femminile, alla stregua di quello maschile, culminava con un’orazione volta a celebrare l’operato e le virtù della defunta. Uno sguardo sulla documentazione antica consente di cogliere il significato e la portata di questo costume, radicato sia nella Roma repubblicana che in quella imperiale. Alle solenni laudationes funebres pronunciate nello scenario grandioso del Foro e alla presenza dell’intera comunità di cittadini romani, si affiancavano quelle tenute in un contesto più intimo, al cospetto di parenti e amici della defunta, nei pressi della tomba o della pira.
Le fonti letterarie ed epigrafiche, benché spesso frammentarie, ci restituiscono ritratti femminili che riflettono il modello tradizionale della matrona: ottime mogli, madri esemplari, giudiziose amministratrici del patrimonio, modeste sia nella parola che nell’abbigliamento, pudiche, devote, donne – insomma – dotate di ogni qualità morale e domestica e, come tali, degne dell’ammirazione privata e collettiva. Non mancano, poi, casi di donne capaci di muoversi anche in uno spazio pubblico, che si rendono protagoniste di imprese eccezionali, come l’eroina della Laudatio Turiae.
Nel panorama delle testimonianze conservate, accanto alla Laudatio Turiae, spiccano gli elogi in onore di Murdia, una madre celebrata ad sepulchrum dal figlio di prime nozze, e di Matidia, omaggiata dal suo illustrissimo genero, l’imperatore Adriano. Queste due laudationes sollevano, con le loro complesse vicende di trasmissione, intricati problemi ecdotici ed interpretativi, e meritano di essere riportate all’attenzione degli studiosi del mondo antico (filologi, storici, epigrafisti, giuristi).


Cristina Pepe è dottore di ricerca in Filologia Classica presso l’Università ‘Federico II’ di Napoli e l’Université de Strasbourg. Assegnista di ricerca all’Università di Trento dal 2012 al 2014, ha svolto soggiorni di studio a Cambridge e Londra. Attualmente collabora  con la Seconda Università di Napoli, dove insegna Letteratura Latina.
I suoi interessi di ricerca si concentrano soprattutto nel campo della retorica greca e latina. Su questo tema, oltre a numerosi articoli, ha pubblicato la monografia The Genres of Rhetorical Speeches in Greek and Roman Antiquity (Boston-Leiden 2013) e ha curato, con Gabriella Moretti, il volume Le parole dopo la morte: forme e funzioni della retorica funeraria nella tradizione greca e romana (Trento 2015). Ha inoltre condotto ricerche nell’ambito della storia degli studi classici e partecipa all’Edizione Nazionale delle Lettere di Theodor Mommsen agli Italiani, coordinata da Marco Buonocore e Arnaldo Marcone.